operazione anestesia

L'operazione anestesia promossa da uno dei governi più improbabili della storia della Repubblica procede alla grande. Il lento ricomporsi della politica nella formazione plumbea che oggi abbiamo al comando ha finora ottenuto un unico risultato: quello di allontanare gli elettori. Non più soltanto per schifo, ma proprio per sfinimento. Il grande compromesso che ha tolto qualsiasi significato al voto del cittadino ha rappresentato qualcosa di più di una promessa disattesa. E' stata un'azione ipocrita, ma in perfetta linea con una concezione statale che ha sempre vissuto il potere come la gestione sparagnina e clientelare dell'interesse pubblico, la politica del manuale Cencelli, il solito gattopardesco "che tutto cambi perché nulla cambi". E così, con un po' di tempo e di pazienza, e soprattutto con la fidata scorta di larga parte dei media, si può accomodare tutto, anche l'incongruo: l'abbraccio mortale del Pd con il Pdl, lo scandalo dei voti di centrosinistra dirottati verso la destra più invisa, e il contemporaneo sdoganamento dell'uomo che più ha fatto per logorare le fondamenta della Repubblica. Tutto digerito, tutto metabolizzato. E pazienza se il governo in carica è strutturalmente impossibilitato a fare alcunché di incisivo, in quanto nato sotto lo scacco di forze uguali ed opposte. Intanto, ripeto, il primo risultato importante l'ha già ottenuto: quello di annacquare quel poco di fermento che andava agitandosi nella società civile. Un piccolo refolo di indignazione, di risveglio delle coscienze che rischiava di turbare i sonni dei grandi manovratori, artefici massimi di quel patto non scritto e non detto che vuole sempre una specie di bilanciamento permanente delle parti. Ed è un peccato, perché l'elettorato del Pd che non è così, ma è in genere meglio dei suoi rappresentanti, di sicuro una cosa ce l'aveva ben chiara: sapeva che cosa non voleva, il frutto avvelenato che puntualmente i suoi teorici rappresentanti eletti hanno realizzato, e nella maniera peggiore, con un colpo di mano. Il calo di affluenza alle urne è fisiologico: dopo quanto accaduto alle politiche, è chiaro che il voto è manipolabile. Insomma: votare non è una cosa seria. Sono le stesse massime cariche elette a dircelo. 

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