un grande e un piccolo uomo


In fondo la verità stava in questo video, e in molti altri spezzoni di triste orrore quotidiano. Il sorriso finto, le pose da venditore, le scemenze a ripetizione. Era tutto sul piatto. Le bugie, gli slogan vuoti, d'accordo, ma c'era, fin dagli anni Ottanta, qualcosa che andava oltre alla superficie patinata e ingannevole di quest'uomo e del suo impero di plastica. C'era un marchio indelebile, una verità ultima che non poteva essere dissimulata sotto la coltre di cerone e di inserzioni pubblicitari: c'era il vuoto. L'inconsistenza assoluta. La mancanza di sostanza. Al suo posto un'illusione, esile come una barzelletta ma grande come una casa: presumere che il mondo fosse un luogo di caccia, e che bastasse avere un po' di faccia tosta, un po' di galanteria cialtrona e tanti soldi per poter fare qualunque cosa. Ad osservare in prospettiva tutto quello che è accaduto negli ultimi lustri, ogni cosa appare evidente: era scritto che finisse così, non poteva andare altrimenti. Eppure il sogno, per un po', ha saputo attrarre tanta gente, in modo tanto massivo quanto anomalo, spiegabile solo tarandosi su parametri di scelta bassissimi, su aspettative a breve termine, sull'illusione di una ricchezza prepotente e sgangherata che era l'opposto della fatica democratica e della civile convivenza. Ora il castello di carte sta franando, va bene, ma il meccanismo che ha consentito lo scempio è ancora vivo, e purtroppo sopravvivrà anche a Berlusconi. Come ha detto qualcuno: il berlusconismo non è morto, tutt'altro. Quel misto di disprezzo per la cultura, di arroganza, di prevaricazione, di depredazione sistematica di ogni bene pubblico è un peso che ancora grava sulle nostre teste, pronto a schiacciare la Repubblica un'altra volta. Ma torniamo al video. Abbiamo a confronto un grande e un piccolo uomo. Fellini, che aveva lo sguardo avanti, il tormento della problematicità e il talento dell'artista, aveva già capito tutto; l'altro, un impresario imbellettato, non aveva capito niente, e gongolava, grottesco, lui sì, come la sua brutta televisione; grottesco come solo la realtà sa essere.

0 commenti: