traduzioni

Mi sono sempre chiesto che cosa possa spingere uno studioso - o uno scrittore, o un letterato in genere - ad affrontare un'opera metodica e lunga di traduzione. Mi è capitato di pensarci rileggendo qualche brano della corrispondenza di Giovanni Raboni, artefice unico di una monumentale traduzione della Recherche di Proust, circa tremila pagine di lavoro, su cui si srotola una messe narrativa di rara densità. Non esistono tanti autori che si siano addentrati così tanto in un universo romanzesco tanto esteso: la Recherche presenta numerose traduzioni in tutte le lingue del mondo, ovviamente, ma che mi risulti sono pochi i casi in cui una sola mano si sia fatta carico di tutto il lavoro. In Italia, per esempio, l'unica versione per così dire 'unica' è appunto quella del poeta e saggista milanese. Forse non è un caso che una mole di lavoro del genere - una mole spaventosa sia dal punto di vista quantitativo sia sotto il profilo della consistenza culturale della Recherche con tutte le conseguenze connesse - sia stata lentamente metabolizzata da un poeta. Uno scrittore in senso puro, in senso prosastico, forse avrebbe incontrato maggiori difficoltà nell'enucleare il codice madre dell'opera proustiana; forse ci avrebbe messo troppo del suo, cedendo alla tentazione di interpolare la propria esperienza con quella dell'autore, in un processo che avrebbe portato a confondere pericolosamente la traduzione con la riscrittura. Un poeta tende per sua stessa natura alla sintesi, cerca il denominatore comune degli elementi, li riconcilia con la loro natura primitiva, depurando il concetto dagli elementi esterni, esornativi. Un altro esempio che mi viene in mente sui due piedi è quello di Giorgio Caproni, che si misurò con Morte a credito di Cèline, altro romanzo a suo modo smisurato. Forse un poeta ha modo di conoscere ad un livello più privato e quasi viscerale il valore, il suono della parola, basando l'effetto ritmico in un'altra lingua su termini come assonanza e musicalità, tutti aspetti che un semplice lavoro traspositivo non sarebbe in grado di rendere.

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