satyricon

Il nuovo capitolo di questo lungo addio, ha il volto e le fattezze di una ninfetta minorenne e allucinante che dimostra almeno dieci anni più della sua effettiva età. E' l'ennesima storia squallida, ambigua, fatta di detti e contraddetti. Una storia di feste equivoche, vecchi procacciatori, presunti abusi di potere. E' la cronaca di un tracollo, quello a cui stiamo assistendo ormai da oltre un anno: un castello di carte che collassa e lascia intuire dietro le defunte vestigia nient'altro che un pugno di polvere. Il fatto in sé, la cronaca spicciola di queste ore, non sorprende ormai più: eravamo tutti più che in grado di immaginare qualcosa del genere, in un certo senso molti di noi se l'aspettavano. Infatti, tra le reazioni di queste ore, la meno gettonata è stata proprio lo stupore. Non sorprende più neanche l'arroganza di questo potere insensato, che sbraita a oltranza, che non vuole saperne di dimettersi: è un film già visto cento volte. E anche la solita domanda, quella che mi pongo con crescente tensione ad ogni puntuale scadenza, è anch'essa sempre uguale: che deve accadere ancora? Ormai siamo al gioco di ruolo, e non mi aspetto più una risposta di buonsenso, perché tanto so già che la realtà si incaricherebbe di deludermi a stretto giro. E allora che rimane? Oltre ai possibili risvolti giudiziari, già visti già sentiti anche quelli, resta un vago senso di schifo. Di vergogna impotente di fronte a questa macilenta decomposizione: una disgregazione annunciata che si svolge sotto gli occhi di tutti, senza alcun pudore. Anche il probabile disgusto internazionale che seguirà a questa ennesima pagliacciata non farà più notizia. E hai voglia a dire che la faccenda non ha rilevanza politica: e se per caso scoprissimo un giorno che tra le cause degli scarsi investimenti esteri nel nostro paese ci fossero anche queste continue figure da Pulcinella? Fossero almeno stati coinvolti gli alti ideali, le grandi battaglie, le grandi follie da cui la Storia è stata più volte insanguinata nel corso dei secoli. No, niente di tutto questo: sono le solite storie di putredine e malaffare, di sconcezza e di pelo. Almeno moriremo al caldo dirà qualcuno.

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